Velasquez's Logbooks

 



…affacciandosi al principio della gola e guardando in su, poté vedere al di fuori di quell’enorme bocca spalancata un bel pezzo di cielo stellato e un bellissimo lume di luna.



Mi sono alzato presto. Ho controllato tutta l’attrezzatura prima di partire perchè non volevo dimenticare nulla. Dopo mesi rinchiuso fra quattro mura, ricomincio finalmente a vivere la mia Sardegna. E lo faccio con nuove esperienze, con qualcosa che non avevo provato prima, almeno sul bagnato.

Sono pronto a discendere uno dei più bei canyon presenti in Gallura, il rio Pitrisconi. Qui per me i monti sanno d’estate, e mai riuscirei a immaginarli d’inverno. Il granito scalda lo scenario di uno dei luoghi più incantevoli dell’isola. La macchia mediterranea risuona di una fauna festaiola, con in testa la cicala. Su coi pira pervade l’aria, mentre il mio udito si adegua attenuando quel rumore da sfinimento.

Dopo un breve tratto di avvicinamento eccomi con i miei nuovi amici all’imbocco della gola, ed ecco le mie solite sensazioni. Calma e tensione allo stesso tempo.

Credo che le forre producano nella mente dell’uomo una sorta di immagine che cattura i sensi a trecentosessanta gradi, qualcosa di attraente ma allo stesso tempo spaventoso. Ci si inoltra per soddisfare la propria fame di bellezza, è vero, coinvolti in una sorta di rapimento estatico di fronte a quei dirupi percorsi dall’acqua. Talvolta, però, attorniati da un ambiente così selvaggio, ci si ritrova a fare i conti con i propri timori reconditi, appesi letteralmente a una corda e infreddoliti dentro la muta umida.

Se dovessi raccontare queste sensazioni con il mio pensare da bambino, lo farei con l’immagine di Pinocchio e Geppetto dentro la balena. Un viaggio all’interno della sua pancia in cui a momenti puoi sentirti al sicuro come a casa, e in altri consapevolmente atterrito dal non avere nessuna opportunità di scappare da lì.

Tanti anni fa, ho iniziato a frequentare i miei amici che percorrevano queste gole, sentendoli parlare di orridi, una parola che mi ricorda più l’orrore che un luogo di divertimento. Ma la paura è attraente, o almeno cerchi di esorcizzarla. Ecco quindi che per anni ho dedicato molti fine settimana a un’attività che ora va tanto di moda. Una sfida che una volta affrontata, alla fine, ti permette di capire quali sono i tuoi limiti. In Sardegna si possono percorrere canyon facili, come il Pitrisconi, ma anche alcuni adatti a chi possiede un livello di competenze superiore alla media di coloro che affrontano questo sport per puro diletto domenicale. Questo non vuol dire però che la concentrazione, che si deve mantenere a partire dall’avvicinamento, debba essere commisurata alle difficoltà tecniche. La disciplina, infatti, comporta sempre un certo numero di rischi che l’addestramento, l’attrezzatura e infine soprattutto l’esperienza riescono in qualche modo a mitigare, se non addirittura ad annullare.


acqua trekking
Anche l’acqua trekking si sta imponendo come disciplina alternativa al più tecnico e impegnativo canyoning. Si possono percorrere fiumi che non hanno grandi salti da affrontare e il divertimento è assicurato.

Una cosa! Raramente, mi vedrete sorridere durante una manovra in sosta prima di un salto. Magari dopo, quando le pulsazioni saranno di nuovo normali. Forse quei limiti di cui parlo sono troppi per godermi appieno questa attività. Forse sono più un animale marino che un anfibio da luoghi dirupati.

Ma nonostante tutti i miei sentimenti contrastanti, ho ripreso a percorrere questi posti affascinanti. Devo questo soprattutto alle immagini e ai libri che ho letto in questo periodo. Opere che ormai fanno parte di una letteratura che non è più di nicchia come alcuni anni fa. Parlo di libri come quelli di Corrado Conca che ha dedicato, con la sua casa editrice Segnavia, ampi spazi a questa disciplina. Vere guide continuamente aggiornate per nuove e sempre più coinvolgenti avventure.


corrado conca
Il secondo volume della collana sul torrentismo in Sardegna pubblicato da Corrado Conca nel 2019 con la sua Casa Editrice Segnavia

Devo anche ringraziare anche amici come Pierpaolo che mi accompagna in campo aperto, coprendomi le spalle come un vero compagno d’armi, incitandomi nei salti nel vuoto, novità assoluta per me.

 

E poi, quando la giornata finisce con il ritorno alle auto, vedi i volti dei tuoi compagni. Sono rilassati, felici. Sanno di far parte di un gruppo, dove il legame si nota da mille sfaccettature. Anche un bicchiere di vino e un pezzo di formaggio appena tagliato fanno parte di un segno di amicizia che si instaura solo dopo determinati momenti. Il canyoning è anche questo, e io ne faccio tesoro, portando questi sentimenti con me, custodendoli con cura perchè mi accompagnino anche nei nostri prossimi appuntamenti.

Sul mio canale il video su Rio Pitrisconi