Velasquez's Logbooks

Di Stefano Vascotto

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La Fiera del Libro di Iglesias sta diventando anno dopo anno un evento particolarmente atteso nel panorama culturale sardo, e da qualche anno, si presenta arricchita, dopo che Eleonora Carta e Maurizio Cristella, organizzatori infaticabili dell’evento, hanno preso la decisione di introdurre nella kermesse una giornata dedicata all’editoria outdoor.

E se qualcuno pensava che questo settore potesse essere un prodotto di nicchia e poco seguito dalla maggior parte dei lettori, certamente si è sbagliato di grosso.

L’outdoor sta diventando il volano che spinge verso l’alto il mercato del libro in Sardegna, e non solo. Le diverse discipline sportive e ricreative che attraggono tantissimi appassionati nella nostra isola, stanno diventando il fulcro di una nuova economia appunto basata sul turismo attivo.

Ecco che la giornata dedicata ad esse, che ho presentato quest’anno con piacere, non poteva non essere un successo. Non solo per le presenza di un pubblico interessato al settore, ma anche per gli ospiti illustri del panorama outdoor sardo che ci hanno raccontato le loro avventure e i loro progetti editoriali.

 

IL SUCCESSO DEL KAYAKING 

Nicola Mascia, coautore con il sottoscritto, della guida Sardegna in Kayak – La costa dell’Iglesiente edito da Enrico Spanu, ci ha raccontato di un testo che ci ha dato tante soddisfazioni, soprattutto perché apprezzato da persone del settore che l’hanno utilizzato per conoscere meglio un tratto di mare meglio conosciuto per la sua millenaria attività mineraria. In questo attesissimo appuntamento che si è tenuto presso il bellissimo teatro Electra di Iglesias, Nicola ci ha presentato il suo punto di vista su un’attività che lo ha visto appassionarsi, non solo alle bellezze dei luoghi visitati, tra l’altro dettagliatamente descritti nel libro, ma anche alle peculiarità, alle problematiche sociali e culturali di un’area della Sardegna che merita una rivincita. Un momento di attualità che ha voluto offrire ai presenti un nostro, anche se modesto, punto di vista sul rilancio di un territorio come quello in cui viviamo e pratichiamo il nostro bellissimo sport.

Il suo racconto mi ha permesso di introdurre quello che io amo chiamare il racconto del diario di bordo di Carlo Coni, il cagliaritano, che l’anno scorso ha coronato il sogno di un periplo della Sardegna in kayak. 34 giorni indimenticabili a stretto contatto con la natura e a suo dire l’esperienza più bella della sua vita.

Carlo è anche un noto collaboratore e consulente di progetti delle scuole legati alla conoscenza e al rispetto della natura, cercando continuamente, proprio partendo dai giovanissimi, di fare accrescere una nuova sensibilità verso le tematiche ambientali che oggi stanno diventando sempre più complesse e difficili da risolvere.

Posso anche definirlo un volto nuovo dell’editoria, in quanto la sua avventura sta per diventare un libro che racconterà le bellezze di un’isola vista da un mezzo straordinario come il kayak da mare.

 

IL TORRENTISMO IN SARDEGNA

E, parlando di editoria, non poteva mancare un volto conosciuto come quello di Corrado Conca. Posso tranquillamente definirlo un pioniere dell’escursionismo e delle attività outdoor in Sardegna. La sua passione per il trekking, la speleologia, il canyoning l’ha portato davvero lontano. Oltre a essere uno dei massimi esperti del settore – non dimentichiamoci che è un’esperta guida escursionistica ed è stato istruttore di speleologia facendo parte del soccorso alpino speleologico per ben dieci anni – è un infaticabile chiodatore di vie d’arrampicata e ferrate.

La sua ferrata del Cabirol, attrezzata con molta fatica e finanziata con fondi privati, è la prima e più famosa realizzazione di un percorso che ha cambiato l’attività escursionistica negli ultimi anni, e soprattutto oggi mobilita un gran numero di appassionati, sia locali che provenienti dal Continente e dall’estero.

Non possiamo non riconoscergli, nonostante tutte le polemiche e la diatriba sorta sul dilemma se chiodare o meno le falesie che si affacciano in luoghi straordinari come Capo Caccia, che tutto questo movimento, che non lascia indifferenti nemmeno molte istituzioni pubbliche sarde, sta creando un vero e proprio indotto e un volano per una nuova economia fondata sul turismo attivo.

Una visione che lo ha portato negli anni anche a fondare la sua casa editrice Segnavia, un contenitore di volumi tra i più interessanti e ricercati nelle librerie di tutta Italia.

Alla Fiera del libro di quest’anno ha presentato il suo ultimo libro “Torrentismo in Sardegna vol. 2” appena uscito nelle librerie, e si è soffermato anche su alcuni temi di attualità che riguardano l’outdoor in Sardegna.

 

LA STORIA DI UN UOMO NO LIMITS

Ma alla fine, senza togliere nulla a tutti gli altri ospiti, la parte del mattatore l’ha fatta il mitico Roberto Zanda “Massiccione”.

Quando si è di fronte ad un personaggio come lui, atleta poliedrico, paracadutista, triatleta ma, soprattutto, esperto di gare estreme, abbiamo bisogno di soffermarci un po’ di più a pensare se quel vero che noi crediamo coerente con le nostre vite, lo è anche per persone molto diverse da noi.

La notte del 6 febbraio del 2018, al sesto giorno della Yukon Arctic Ultra, la più estrema ultramaratona al mondo, perde il tracciato che lo avrebbe portato all’arrivo quando era al secondo posto in classifica. A 50 gradi sotto lo zero, l’ipotermia che sopraggiunge gravissima, lo fa vagare in una foresta per 14 ore, senza scarpe e senza guanti. 

Dopo questo incidente gravissimo, sui social ma anche su diversi quotidiani e riviste, abbiamo visto in quanti possono arrogarsi il diritto di criticare il modo di vivere degli altri. Soprattutto quando accadono tragedie o eventi drammatici molto distanti da ciò che è il nostro conoscere quotidiano, tutti hanno la propria personale verità.

Roberto ci ha raccontato la sua verità. Ciò che è accaduto e, soprattutto, cosa spinge davvero un uomo a portarsi sempre al limite, anche a costo di rischiare la propria vita. Ma soprattutto ci ha parlato del suo libro “La vita oltre”, dove per la prima volta racconta se stesso, scrivendo di come considera la sua vita normale vivendo l’estremo, anche se così diversa da quella della maggior parte delle persone di questo pianeta.