Noi Italiani. Cosa ci distingue dagli altri? Di questi tempi mi risponderanno in molti che siamo un Paese arretrato, privo di qualsiasi morale e inaffidabile. E sarei ricoperto da fantastiche recensioni sui tedeschi e la loro società priva di mariuoli.

Non darei del tutto torto a chi critica il mondo dove viviamo e al non riuscire a vederne nemmeno i più piccoli cambiamenti. Ma sono un ottimista e amo la società italiana, anche se macchiata dei suoi millenari problemi.

Essere orgoglioso di una nazione solo quando si vincono i campionati del mondo di calcio non fa per me, voglio quindi rispondere alla domanda in premessa. Credo nel bello che l’italiano riesce a produrre. Mi piace ciò che l’Italia riesce a fare con le idee delle tante brillanti menti che continuano a credere nel nostro talento.

È questa soprattutto la storia dei tanti artigiani che ogni giorno lavorano alla ideazione di prodotti che diventano sempre insuperabili successi globali. E non posso non riferirmi agli sport che ho sempre praticato e i nomi come De Rosa, Colnago, Pinarello, marchi che hanno fatto di tecnologia e del design la loro arma vincente.

Ed è questo ciò che mi rende ottimista per il nostro futuro. Perché vorrei che il grigio che sta oscurando i cieli europei non diventi per sempre il nostro.

Nel mondo del kayak, ad esempio, ho incontrato diversi bravi artigiani che scommettono ogni giorno sulla loro attività. Producono pezzi con tecnologie avanzate e linee sempre più accattivanti. Esempi come quelli dei sardi Stefano Diana, un riferimento nell’isola per chi pratica questa disciplina. Di Francesco Usai che produce pagaie e kayak in carbonio nella bella Alghero.


 

Stefano Diana ha la sede della Diana Canoe Store a Cagliari

 


O Agatino Mannino, il siciliano che con le sue imbarcazioni ormai registra successi internazionali. Sono loro la punta di un iceberg composto da decine di aziende che stanno portando sempre più in alto il nostro tricolore in questa disciplina relativamente giovane in Italia.

L’importanza del conoscere le nuove tecniche di costruzione con materiali sempre più performanti rende la loro sfida ancora più difficile. Non è più infatti pensabile rimanere al palo e creare prodotti obsoleti. È il mercato che lo impone. E la domanda la creano i tanti kayaker che non si accontentano più di un semplice plasticone, ma vanno alla ricerca di un’imbarcazione sempre più prestazionale ed elegante.


Francesco Usai e i suoi Rocket Kayaks

 


 

L’eleganza delle linee dei kayak a cui ormai ci stiamo abituando va di pari passo con la tecnologia avanzata con la quale sono stati costruiti. Pensiamo solo al sistema vacuum utilizzato nella costruzione di una barca in carbon kevlar. Un risparmio di circa quattro chilogrammi su uno scafo che ne pesa ventidue costruito invece con tecnica manuale. Anni fa raggiungere risultati come questi (un kayak di 5,15 metri per 18 kg con quattro gavoni stagni) oltre che impensabile era anche rischioso per l’affidabilità in mare.

Il design ricercato è un equilibrio perfetto tra le forme classiche delle barche tradizionali  e l’indispensabile ricerca della migliore manovrabilità, della stabilità primaria e secondaria e della velocità di crociera.


 

Il Kayak Evolution della Mannino

 


 

Niente è lasciato al caso, anche perché i mercati moderni sono veramente spietati e quando presenti i tuoi prodotti nei migliori saloni nautici di tutta Europa, hai veramente i riflettori puntati sulla tua attività che può da un momento all’altro in bilico tra un successo globale e un tragico fallimento.

Sì certo, il mio è un invito a guardarvi intorno, in Italia soprattutto. E se avete ancora dubbi prima di acquistare, iniziate a pensare che non siamo gli ultimi della classe, che abbiamo tanto da insegnare e che soprattutto riusciamo a produrre ancora tanta bellezza e qualità.

EQUIPMENT – No. 1 – Why did I choose a Greenland paddle?