Life is a great show, just have eyes to observe with

La vita è un grande spettacolo, basta avere occhi per osservare

 

 

Text: Stefano Vascotto “Velasquez” 

Translation: Bee 



Iglesiente 


Iglesiente 


 

The meaning that lies in the concept of observing something at three hundred and sixty degrees is something that goes beyond a mere change of view. To know a place well we have to look at it from different view points. And every time discover new details that make our knowledge more and more total. Many times I have observed Pan di Zucchero from the ground. Beautiful, I might say, but I can assure you that today, for me, this would only have the taste of something unfinished. I remember that as a child, I watched the coastline to the north from Fontanamare beach. It seemed to me like a continuous line that ended in this saddle shape that Pan di Zucchero is. Later, when I began to orient myself and be aware of everything around me, I could see this great rock standing in the sea from the beach at Masua. Separated from the rest of the cliffs of the coastline along Porto Flavia. Seeing it looking so different from different view points was a surprise to me. The same when I observed it coming from the north in a kayak, in a different light and almost at sunset. And many years later, to see the breathtaking view from the top of Monte Nai, on the  path of Miniere nel blu, from a view point that made this majestic rock at sea look small. And also when climbing up Pan di Zucchero’s steep limestone walls, and discover that the same rock had been exploited as a lead mine out at sea. Every time it was like being in a new place, where I had never been before. It is this belief that led me to create a gallery of the most beautiful places in Sardinia, both seen from land and sea. Not only of images but also of suggestions to what can be seen from two different angles. With naturalistic aspects, historical facts and traditions in mind. This will be published on a monthly basis and include much useful information for a visitor.

 

  Il significato intrinseco che risiede nel concetto di osservare qualcosa a trecentosessanta gradi, è qualcosa che va aldilà di un semplice cambio di visuale. Per conoscere bene un luogo bisogna ricercare punti di vista sempre diversi ed ogni volta scoprire nuovi dettagli che rendano la nostra conoscenza sempre più totale. Quante volte avrò osservato il Pan di Zucchero da terra. Bello, bellissimo potrei dire, ma vi posso garantire che oggi per me, questo, avrebbe solo il gusto di qualcosa di non finito. Ricordo che da bambino, dalla spiaggia di Fontanamare e rivolto verso nord, osservavo il profilo della costa. Mi sembrava una linea continua che finiva a forma di sella. Più avanti negli anni, quando iniziai ad orientarmi ed essere consapevole di tutto ciò che mi circondava, dalla spiaggia di Masua vidi quella grande roccia che si stagliava sul mare. Staccata dal resto delle falesie che delineano la linea di costa di Porto Flavia fu per me una vera sorpresa che si ripetè ancora quando osservai quel grande panettone provenendo da nord in kayak, con una luce diversa e quasi al tramonto. E ancora, dopo tanti anni, vedere quel panorama mozzafiato dalla cima del Monte Nai, sul sentiero Miniere nel blu, da un punto di osservazione che faceva sembrare piccolo quel maestoso faraglione. E arrampicare le sue ripide pareti di calcare, e scoprire che quelle stesse rocce erano state anch’esse sfruttate come una vera miniera sul mare. Ogni volta è stato come trovarsi in un luogo diverso, in cui non ero mai stato. E questa convinzione è ciò che mi spinge a creare una galleria dei luoghi più belli della nostra Sardegna osservati sia da terra che dal mare. Una vetrina, non solo di immagini ma anche di suggerimenti su ciò che si può vedere da differenti angolazioni. Aspetti naturalistici, cenni storici, tradizioni  che a cadenza mensile saranno pubblicati tra gli articoli e corredati da tante informazioni utili.
     


Iglesiente 


       

Of course I start talking about things familiar to me. Like the Iglesiente coastline and everything  that can be seen in this area. You may say, that it is too easy to write about a place where I grew up. To me everything is beautiful here, even the contrasts that give this area its character. These contrasts have sometimes caused me to feel I wanted to run away, a feeling that is still present in many people here. This is the truth. The crisis of the mining industry that started many, too many years ago, with the immobility of politicians not able to transform the economy and look for investments in the tourism sector. Over the last decades this created a general impoverishment with a negative trend which is difficult to reverse. But in recent years, some enlightened minds, even though they were few, believed that the uniqueness of a territory, its environment devastated by an industrial system, could be the driving force for a new economic development. In the nineties I also started writing for some magazines, such as La Rivista del Trekking. They were articles about abandoned mines, paths of miners, and all the activities that could be carried out in this area. In my opinion kayaking, hiking and mountain biking could be the outdoor disciplines that could be well suited in these places. And I was following in the footsteps of articles and books that had already appeared in prestigious magazines, such as Giorgio Mondadori’s Airone, and the first books of enthusiasts such as Simoncini and Mezzolani or Francesco Manconi. All talking about miners and mines in Sardinia. 

 

 

 

 

 

Naturalmente non potevo non iniziare se non parlando di cose a me familiari. Come la costa dell’Iglesiente  e tutto ciò che c’è da vedere nelle vicinanze. Troppo facile vi verrà da dire ma, con il pericolo di essere scontato e banale nel citare un  luogo che mi ha visto crescere, non voglio appunto eccedere nell’enfasi del racconto delle bellezze che si possono trovare. Tutto per me è bellissimo qui, anche quei contrasti che da sempre hanno caratterizzato questo territorio e che qualche volta hanno provocato in me quel sentimento di fuga che ancora oggi hanno in tanti. È vero, la crisi dell’industria mineraria iniziata tanti, forse troppi anni fa, e l’immobilità dei politici che non hanno saputo far capire alla gente che si doveva convertire quell’economia e cercare fortuna nel settore del turismo, hanno provocato negli ultimi decenni un impoverimento generale con una tendenza negativa difficile da invertire. Ma negli ultimi anni, alcune menti illuminate, poche a dire il vero, hanno creduto che l’unicità di un territorio, il suo ambiente devastato da un sistema industriale mordi e fuggi, potesse rivelarsi il volano per un nuovo sviluppo economico. Negli anni novanta iniziai anch’io a scrivere per alcune riviste, come La Rivista del Trekking. Erano articoli che parlavano di miniere abbandonate, di sentieri di minatori e di tutte quelle attività che qui si potevano svolgere. Il kayak, il trekking e la mountain bike potevano essere per me le discipline outdoor che si potevano accostare benissimo a questi luoghi. Ed ero sulla scia di prodotti editoriali che già erano comparsi su prestigiose riviste, come Airone della Giorgio Mondadori, e dei primi libri di appassionati come Simoncini e Mezzolani o di Francesco Manconi che parlavano di minatori e miniere della Sardegna.

But, in addition to written material talking about mining archeology, little was seen on the horizon for the Iglesiente. Sites such as the Galleria Henry, blocked by a collapse, Porto Flavia closed to the public, and the Santa Barbara cave open only to journalists or those who had contacts within the mining company. These sites as we can see them today were then only an illusion. Today, although with many things still to improve, institutions such as the Geominerary Park which together with other administrations of this territory, is step by step enhancing the value of the many sites that are becoming solid tools to attract visitors to this area. Of course, we are not in the presences of the same boom they can boast of in Gallura or the coast of Villasimius. But those who know this area well know that the feeling of optimism is growing among the people. With massive private investments of Bed and Breakfast, pubs and restaurants, we again see the spirit of entrepreneurship that in a mono-economy was erased in the population of the Sulcis Iglesiente area. Today this is a decisive factor in generating income no longer coming from the mining industry.  

Ma, oltre alla carta stampata in cui si iniziava a parlare di archeologia mineraria, poco si vedeva all’orizzonte per l’Iglesiente. Siti come la Galleria Henry, bloccata da un crollo, Porto Flavia chiusa al pubblico e la grotta di Santa Barbara aperta solo a giornalisti o a chi poteva vantare una conoscenza all’interno della società mineraria, erano un miraggio per chi credeva in quello che oggi tutti stanno iniziando a vedere nascere. Oggi, zoppicante e con molte cose da migliorare, esiste anche un’istituzione importante come il Parco Geominerario che, insieme alle altre Amministrazioni del territorio, sta pian piano occupandosi della valorizzazione dei tanti siti che, oltre ad un valore storico e culturale, sono diventati quei preziosi strumenti per attrarre flussi di turisti in questa zona. Certo, non siamo al boom di presenze che possono vantare una Gallura o la costa di Villasimius, ma chi conosce bene questo territorio sa quanto il sentimento di ottimismo stia migliorando anche tra la gente. Con i cospicui investimenti dei privati che aprono Bed and Breakfast, pub, ristoranti, si ritorna a vedere quel carattere di imprenditorialità che una monoeconomia aveva cancellato nella popolazione del Sulcis Iglesiente da secoli e che oggi si sta rivelando quel fattore determinante per creare reddito non più proveniente solo dall’industria mineraria.

         


Iglesiente 


 

 

This growth is not only economical but also cultural. The profile of the tourist visiting this area is, in fact, that of one who wants to enjoy our beautiful sea and also entertain themselves in a city full of culture. A visitor who loves to see different things, observe the places from different view points and to get to know the places in their entirety. Here there are now many events that run throughout the year, ranging from literature to music. And the presence of these many events over the last two years make me think that we are really on the right track. Perhaps, the work of those enlightened visionaries who have influenced their culture to create a spirit of optimism among the people of this territory, is sprouting right now. With the many things to improve, we can only be optimistic about the future. Think that today you can visit, guided by young and skilled guides, all those places that were formerly owned by a mining company and therefore closed to the public. The beautiful tunnels of Porto Flavia, built in the 1920s and a jewel of industrial archeology. Galleria Henry at Buggerru, where a train carries the visitor inside and relives for a few minutes the dark and hostile environment of a mine, and then gives a fantastic view of the crags and cliffs on the coast at the end of the visit. The Santa Barbara cave, discovered many years ago during some of the works for the completion of a tunnel. And the Museum of Mining located at the Giorgio Asproni Mining Institute in Iglesias.

    E questo crescendo non è solo economico ma anche culturale. Il profilo del turista che visita questa zona, infatti, è quello di chi vuole godere del nostro bellissimo mare ed anche intrattenersi in città a fare il pieno di cultura. Un visitatore che ama cambiare la visuale, osservare i luoghi da differenti punti di vista e conoscere i luoghi nella loro totalità.  Ecco quindi i tanti eventi che si rincorrono per tutto l’anno e che spaziano dalla letteratura alla musica. E le tante presenze di questi due ultimi anni mi fanno pensare che siamo davvero sulla strada giusta. Forse, il lavoro di quei visionari, illuminati e saggi che hanno influito con la loro cultura e passione a creare  uno spirito di ottimismo tra le persone di questo territorio, sta germogliando proprio ora. Soprattutto con le tante cose che ci sono da implementare non si può che essere ottimisti per il futuro. Pensate che oggi è possibile visitare, guidati da giovani e preparate guide, tutti quei luoghi che prima erano proprietà di una società mineraria e quindi interdetti al pubblico. La bellissima galleria di Porto Flavia, costruita negli anni venti e gioiello di archeologia industriale. La galleria Henry a Buggerru, dove un trenino trasporta il visitatore all’interno e gli fa rivivere per pochi minuti l’ambiente buio e ostile di una miniera, per poi regalargli nel finale della visita una vista fantastica delle falesie e dei faraglioni sulla costa. La grotta di Santa Barbara, scoperta tanti anni fa durante alcuni lavori per il completamento di una galleria. E il Museo dell’Arte Mineraria ubicato presso l’Istituto Minerario Giorgio Asproni a Iglesias.

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By changing the point of view then, there is an area to discover. Small caves such as Masua or Cala Domestica are a good place to start discovering the many treasures of Iglesiente. The blue cave, just north of Pan di Zucchero, Su Forru and the many sea stacks that lie between Masua and Buggerru, can be visited in the total silence that characterises this stretch of coastline. And, above all, watching the grandiose works of the mines overlooking the sea make the visit even more inspiring. Everything seems to have stopped at the time of that industrial revolution that created and modelled these areas, leaving the visitor an imaginative visit halfway between the authenticity of historical events and the legends created over time by tales handed down from father to son.

And to our readers, what’s left to do is to come visit the Iglesiente coastline, from the land and from the sea.

       

Cambiando il punto di vista poi, c’è un ambiente tutto da scoprire. Piccole cale come quella di Masua o Cala Domestisca sono un buon sito dove iniziare la scoperta dei tanti tesori che l’Iglesiente conserva gelosamente. La grotta azzurra, poco più a nord del Pan di Zucchero, Su Forru e i tanti faraglioni che si trovano tra Masua e Buggerru, possono essere visitati pagaiando nel totale silenzio che caratterizza questo tratto di costa. E, soprattutto, osservare le grandiose opere come le miniere affacciate sul mare rende ancora più motivante la visita. Tutto sembra essersi fermato ai tempi di quella rivoluzione industriale che ha creato e modellato queste aree, lasciando al visitatore un’immaginaria visita a metà tra l’autenticità degli eventi storici e le leggende create nel tempo da racconti tramandati di padre in figlio.

A voi che leggete non rimane che venire a visitare la Costa dell’Iglesiente, da terra e dal mare.

  Related sites: http://www.museoartemineraria.it     Related article: https://velasquez-logbooks.com/2017/10/14/kayaking-sardinia-our-our-book-our-philosophy-potential-of-a-region/  

Fair winds and following seas, friends

Buon Vento, amici